venerdì 30 novembre 2007

Veltroni ha incontrato Berlusconi. "Le riforme le discuta il Parlamento"

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Oggi il segretario del Pd, Walter Veltroni, ha temrinato il giro d'incontri con i leader dei partiti dell’opposizione vedendo Silvio Berlusconi. un incontro tenutosi nel pomeriggio, per poco meno di un'ora e mezza, nello studio del vicesegretario del Pd Dario Franceschini, a Montecitorio.
Al termine del confronto su legge elettorale e riforme, al quale hanno partecipato lo stesso Franceschini e Gianni Letta, i due leader hanno dato vita a conferenze stampa separate, illustrando quello che pare un primo abbozzo d'intesa: varare una legge elettorale, in senso proporzionale, per evitare lo svolgimento del referendum. Veltroni ha dichiarato: "Il Pd e il partito di Berlusconi sono forze alternative e tuttavia è significativo che queste forze abbiano cominciato a dialogare sul tema delle riforme e della legge elettorale».
«In queste settimane – spiega poi sottolineando il valore di una nuova stagione di dialogo tra maggioranza e opposizione - è accaduto qualcosa di nuovo: la fine di un clima di contrapposizione ideologica, di rissa e odio, e chi lo vorrà riproporre se ne assume la responsabilità».

Una nuova stagione smebra iniziata: "Una delle ragioni per cui il Pd può dirsi soddisfatto per quello che è successo è che un mese fa si diceva che non vi sarebbe stato dialogo possibile, che non era possibile una convergenza, oggi da parte di tutte le forze politiche consultate vi è la volontà e la disponibilità a quello che ritengo un dovere e chi si sottrarrà verrà riconosciuto dal paese».

Le riforme. «La riforma della legge elettorale e le altre riforme istituzionali sono legate. Tutto si tiene secondo una coerenza», ha detto Veltroni, specificando che sul tema delle riforme istituzionali con Berlusconi c'è una differenza: «Io sono convinto che fare una legge elettorale senza le riforme istituzionali significa lasciare a metà il grande compito di riforma che grava su tutte le forze politiche».

Rafforzare il bipolarismo. Con Silvio Berlusconi «c'è stata la condivisione che bisogna passare ad un nuovo bipolarismo, da un bipolarismo forzoso ad un bipolarismo fondato sulla coesione programmatica - ha aggiunto Veltroni - Nel merito della riforma della legge elettorale c'è un territorio su cui si può lavorare, cioè sulla necessità di un sistema proporzionale, che non rinunci al bipolarismo».

Un altro elemento positivo per il segretario del Pd è l'assenza di una pregiudiziale sulla caduta del Governo: "Tra i rilevanti punti di convergenza riscontrati c'è quello che non è stata posto, come pregiudiziale per affrontare il tema della legge elettorale, il dissolvimento della legislatura. Berlusconi non ha posto il voto come pregiudiziale per il confronto sulle riforme. Questa è la novità del giorno. Se avesse posto il voto come pregiudiziale, il nostro colloquio sarebbe durato tre minuti, invece è andato avanti per un'ora e passa proprio perché questa pregiudiziale non è stata posta». E ha aggiunto per sgomberare il campo da ogni equivoco: «C'è accordo sul merito ma non sui tempi, il dialogo è partito, chi lo farà cadere se ne assumerà la responsabilità davanti agli italiani».

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