venerdì 30 novembre 2007

Veltroni ha incontrato Berlusconi. "Le riforme le discuta il Parlamento"

Guarda il video della conferenza stampa
Oggi il segretario del Pd, Walter Veltroni, ha temrinato il giro d'incontri con i leader dei partiti dell’opposizione vedendo Silvio Berlusconi. un incontro tenutosi nel pomeriggio, per poco meno di un'ora e mezza, nello studio del vicesegretario del Pd Dario Franceschini, a Montecitorio.
Al termine del confronto su legge elettorale e riforme, al quale hanno partecipato lo stesso Franceschini e Gianni Letta, i due leader hanno dato vita a conferenze stampa separate, illustrando quello che pare un primo abbozzo d'intesa: varare una legge elettorale, in senso proporzionale, per evitare lo svolgimento del referendum. Veltroni ha dichiarato: "Il Pd e il partito di Berlusconi sono forze alternative e tuttavia è significativo che queste forze abbiano cominciato a dialogare sul tema delle riforme e della legge elettorale».
«In queste settimane – spiega poi sottolineando il valore di una nuova stagione di dialogo tra maggioranza e opposizione - è accaduto qualcosa di nuovo: la fine di un clima di contrapposizione ideologica, di rissa e odio, e chi lo vorrà riproporre se ne assume la responsabilità».

Una nuova stagione smebra iniziata: "Una delle ragioni per cui il Pd può dirsi soddisfatto per quello che è successo è che un mese fa si diceva che non vi sarebbe stato dialogo possibile, che non era possibile una convergenza, oggi da parte di tutte le forze politiche consultate vi è la volontà e la disponibilità a quello che ritengo un dovere e chi si sottrarrà verrà riconosciuto dal paese».

Le riforme. «La riforma della legge elettorale e le altre riforme istituzionali sono legate. Tutto si tiene secondo una coerenza», ha detto Veltroni, specificando che sul tema delle riforme istituzionali con Berlusconi c'è una differenza: «Io sono convinto che fare una legge elettorale senza le riforme istituzionali significa lasciare a metà il grande compito di riforma che grava su tutte le forze politiche».

Rafforzare il bipolarismo. Con Silvio Berlusconi «c'è stata la condivisione che bisogna passare ad un nuovo bipolarismo, da un bipolarismo forzoso ad un bipolarismo fondato sulla coesione programmatica - ha aggiunto Veltroni - Nel merito della riforma della legge elettorale c'è un territorio su cui si può lavorare, cioè sulla necessità di un sistema proporzionale, che non rinunci al bipolarismo».

Un altro elemento positivo per il segretario del Pd è l'assenza di una pregiudiziale sulla caduta del Governo: "Tra i rilevanti punti di convergenza riscontrati c'è quello che non è stata posto, come pregiudiziale per affrontare il tema della legge elettorale, il dissolvimento della legislatura. Berlusconi non ha posto il voto come pregiudiziale per il confronto sulle riforme. Questa è la novità del giorno. Se avesse posto il voto come pregiudiziale, il nostro colloquio sarebbe durato tre minuti, invece è andato avanti per un'ora e passa proprio perché questa pregiudiziale non è stata posta». E ha aggiunto per sgomberare il campo da ogni equivoco: «C'è accordo sul merito ma non sui tempi, il dialogo è partito, chi lo farà cadere se ne assumerà la responsabilità davanti agli italiani».

giovedì 29 novembre 2007

Manciulli: qui non c'è nomenklatura

Intervista al segretario regionale di Mario Lancisi (Il Tirreno, 29.11.2007)
Scritto il 29/11/2007

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(da www.pdtoscana.it)

martedì 27 novembre 2007

Veltroni: "Con Casini un altro passo avanti"

Riforme e regolamenti parlamentari al centro dell'incontro
"Oggi possiamo registrare un altro importante passo in avanti. Si è registrata infatti la disponibilità dell'Udc su due dei tre punti che a noi stanno a cuore: il pacchetto di riforme costituzionali in esame alla Camera e la modifica dei regolamenti parlamentari". Così il segretario del Partito democratico, Walter Veltroni, nella conferenza stampa al termine dell'incontro con il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini sulle riforme. Restano, invece, alcune distanze sulla legge elettorale: "Casini ha ribadito la sua predilezione per il sistema tedesco", riferisce Veltroni che però sottolinea la disponibilità del Pd a "discutere per vedere di trovare un punto di equilibrio".
Per Veltroni "il paese ha bisogno di riforme, è importante realizzarle nei prossimi 8-12 mesi e non bisogna commettere l'errore di sovrapporre il dialogo sulle riforme al confronto politico tra gli schieramenti".

Veltroni: "Ora scelte importanti a portata di mano"

Telefonata del segretario Pd a Panorama del giorno su Canale 5
"Di gente che nel corso di questi anni ha saputo infiammare i contrasti ne abbiamo vista tanta ed e' stato lo sport piu' frequentato nella vita politica italiana. Io, invece, cerco di trovare una soluzione ad un problema che considero, non voglio dire drammatico, ma certo molto serio del nostro Paese: la crisi del sistema democratico". Cosi' il segretario del Pd, Walter Veltroni, ospite telefonico della trasmissione "Panorama del giorno". Per Veltroni ora, "abbiamo la possibilita' di fare in pochi mesi delle scelte molto importanti che sono a portata di mano e mi sforzo di spiegare a tutti che forse e' il momento di realizzarle". Cioe', riforme istituzionali per "cercare di far uscire l'Italia da una condizione di stallo che si protrae da troppo tempo, da un clima di odio e di contrapposizione che ha fatto male al Paese e che ha impedito al Paese di correre tanto veloce quanto dovrebbe per stare al Passo con gli altri grandi Paesi europei e poter avere un sistema istituzionale che consenta di governare e decidere".
(da www.lanuovastagione.it)

La lettera dei giovani democratici a Walter Veltroni

Pubblichiamo la lettera dei ragazzi delle formazioni giovanili dei ds e della margherita e delle associazione della società civile al segretario del Partito Democratico


Caro Walter,

la passione che ha spinto tre milioni e mezzo di italiani a partecipare, poco più di un mese fa, alle primarie del nostro nuovo partito, sta dando i suoi frutti. Le ragioni che animavano quel travolgente fiume di persone hanno impresso una spinta davvero innovatrice al centrosinistra, alla maggioranza di governo, all’intero sistema politico nazionale.Ci siamo dati un nome impegnativo, una nuova sede, un gruppo dirigente che racconta bene il senso della nuova stagione che vogliamo intraprendere. Abbiamo una leadership forte ed autorevole. E ora, anche un nuovo simbolo, al quale sono affidate le più profonde speranze di cambiamento di una intera generazione. Essere giovani nel 2007 non è facile. Le certezze con le quali sono cresciuti i nostri genitori non ci sono più, l’Europa è un orizzonte politico ancora incompiuto, la globalizzazione distribuisce in maniera iniqua i suoi frutti e le sue possibilità, i cambiamenti climatici minacciano il futuro del pianeta, la democrazia è un patrimonio ancora troppo poco condiviso.


Ma è più difficile essere giovani in Italia. Un Paese affaticato, stanco, incapace di investire sui suoi talenti, di valorizzare le sue infinite risorse; un Paese in cui avere meno di trentenni è un limite, che troppe volte discrimina il merito, rifiuta la competizione. Un Paese che non spinge a dare il meglio di sé e che consuma il suo futuro, un anno dopo l’altro. Che lascia in panchina o manda all’estero i suoi fuoriclasse. E, soprattutto, un Paese in cui il sacrosanto patto di solidarietà tra le generazioni è costruito sul consolidamento di tante iniquità. La precarietà avvolge le nostre vite, l’accesso al mercato del lavoro è faticoso, la ricerca sottovalutata, le ambizioni artistiche represse. In altre parole la prospettiva di costruire una famiglia e un futuro di indipendenza è il principale diritto civile negato nel nostro Paese. Ancora più difficile, inoltre, è avere voglia di politica, di buona politica, nel nostro Paese. Un sistema ingessato e bloccato, spesso totalmente autoreferenziale, incapace di rinnovarsi e di coinvolgere le giovani generazioni. Una politica ripiegata sui talk show televisivi e i lanci d’agenzia, che non frequenta i canali di comunicazione innovativi, i media utilizzati dai più giovani. Un’arte nobile ridotta spesso ad argomento per addetti ai lavori. Una politica che ha smesso di incidere sui grandi temi, ma che non sa neanche proporre ricette coraggiose e risolutive per i problemi delle persone, dei cittadini del nostro Paese. Nonostante tutto questo, in Italia, c’è una generazione pronta a farsi sentire, che vuole bene al suo paese, ma che lo vuole diverso, che è pronta a credere nel futuro, che reclama politica. Una generazione che ha, insieme, la forza dei grandi sogni e la concretezza necessaria a misurarsi con il quotidiano. Che prova a combattere insieme la precarietà sul lavoro e la fame nel mondo. Che vuole spazio, che chiede cielo e terra. La scommessa che ti proponiamo è proprio questa: ascoltare questa generazione, incontrarla, stimolarla, valorizzarla. Darle un ruolo da protagonista nel percorso che stiamo costruendo. Una grande scommessa collettiva. Tenere insieme questa generazione di nuovi italiani e costruire un filo di speranza, di condivisione con i ragazzi di tutto il pianeta. Un legame ideale che unisca i ragazzi che combattano la criminalità organizzata e reclamano legalità nel mezzogiorno ai giovani monaci birmani che sfilano per la democrazia, i nostri coetanei che si impegnano nel volontariato con i due miliardi che hanno affollato, quest’estate, i concerti di Live Earth, il grande progetto ambientalista di Al Gore in ogni parte del mondo.

Vogliamo costruire insieme i Giovani Democratici, lo spazio generazionale del nostro partito. Vogliamo farlo con modalità totalmente nuove, che permettano di mettere insieme le potenzialità che avevano i movimenti giovanili, nei quali alcuni di noi hanno fatto esperienza, ma che non si portino dietro i difetti di realtà spesso inadeguate, che garantiscano il coinvolgimento delle centinaia di migliaia di ragazzi che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre, ma che permettano di andare molto oltre.Vogliamo uno spazio comune per i tanti, tantissimi giovani, che vogliono iniziare una nuova storia. E per i quali il Partito Democratico è l’inizio di tutto, non la fine di qualcosa. Per questo dobbiamo lanciare una grande mobilitazione nel Paese, centrata sulle questioni concrete, sui temi che riguardano il futuro degli oltre quindici milioni di under 30 e, quindi, il futuro di tutto il Paese. Perché è questo il bello della nostra generazione e delle sue battaglie: nel paese delle corporazioni, saremo quelli che lottano per l’interesse generale, che si battono per la coesione sociale, per uno sviluppo davvero sostenibile.

Immaginiamo, con il tuo sostegno, di dar vita alla costruzione del movimento giovanile secondo modalità davvero innovative. Con le primarie innanzitutto, con la rete, con le infinite possibilità del web. Vogliamo andare incontro a questa generazione nei luoghi che frequenta davvero: dalle scuole alle università, dagli spazi del tempo libero a quelli del lavoro. E’ giunto il momento di sperimentare davvero. La considerazione che il vino nuovo non può essere messo negli otri vecchi vale anche per noi. Soprattutto per noi. C’è bisogno della nostra fantasia per osare una politica più lieve ma anche più ambiziosa, per usare parole che siano al contempo forti, chiare, ma anche un po’ più umili e vicine alle persone, per ripartire dalla sostanza, dal contenuto, più che dalle forme e dai contenitori. La sfida di un impegno deciso ma sorridente, faticoso e insieme spensierato. Lo dobbiamo ad una generazione che ha dimostrato tante volte che si può crescere senza avere paura del futuro, che si può diventare grandi assumendosi le proprie responsabilità, scommettendo su di sé e sulle proprie qualità.. Ad una generazione che non vuole delegare responsabilità ma vuole giocare la propria partita da protagonista. Ci sono tanti campioni fra i ragazzi di questo Paese. Diamogli la possibilità di dimostrare quanto valgono, in un’Italia che non lo fa abbastanza, sotto la bandiera del nostro bel tricolore democratico.

Gianluca Lioni
Luigi Madeo
Luciano Nobili
Pina Picierno
Michele Samoggia
Mattia Stella
Roberto Speranza
Fausto Raciti

A marzo le primarie dei giovani

La lettera di Walter Veltroni ai giovani del Partito Democratico


Care ragazze, cari ragazzi,

il Partito Democratico fin dalla sua nascita ha voluto coinvolgere i giovani ad ogni livello. Al momento di definire le regole di svolgimento delle primarie abbiamo deciso di coinvolgere anche i minorenni. Per la prima volta nella storia della politica italiana si è potuto votare a 16 anni e ancora più importante, ci si è potuti candidare.

Durante le primarie ho chiesto ai candidati impegnati nelle liste al mio fianco di distribuire davanti alle scuole una mia lettera. Per invitare i ragazzi ad andare a votare. È stato un momento importante e bello. Un lunedì mattina in cui in tutta Italia siamo andati incontro ai più giovani, confrontandoci, accogliendo anche lo scetticismo di chi fra loro pensava a una chiamata strumentale. Non è così. I giovani sono un patrimonio, una delle risorse più importanti per l’Italia, per questo credo che anche alle amministrative si possa votare a 16 anni.

Nella vostra lettera parlate d’interesse generale. Secondo un sondaggio condotto dal New York Times con la CBS e MTV, il 54% dei votanti tra i 17 e i 29 anni negli Stati Uniti voterebbe per i Democratici. Le domande condotte hanno riguardato i diritti civili, il sistema sanitario, i nuovi immigrati, i temi etici.

Sono questi i temi del Pd. Nel Partito democratico svilupperemo assieme le culture della legalità, dell'ambiente, coltiveremo un sistema di valori che include la solidarietà e il rispetto degli altri. Incontro di continuo centinaia di ragazze e ragazzi, e non condivido la rappresentazione che se ne da. Pochi episodi, a volte gravi, sono usati per mettere un marchio sulle giovani generazioni senza considerare le migliaia di ragazze e ragazzi che studiano, lavorano, hanno valori profondi, fanno volontariato e si impegnano nelle attività culturali. In questo caso vale il principio per cui fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Invece bisogna fare attenzione alla foresta che cresce.

Per fortuna, diversamente da come la pensano gli adulti, sono vive in voi le parole di Bob Dylan: “Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò della speranza, anche quando il mare è cattivo e il cielo si è stancato di essere azzurro”.

Penso ai vostri coetanei di Addio Pizzo: hanno scelto di fare acquisti solo presso i negozianti palermitani che rifiutano di versare denaro alla mafia. Quei ragazzi stanno restituendo a degli imprenditori la loro libertà, quella di agire lealmente sul mercato.

Il Partito Democratico ha bisogno dei vostri sogni, delle vostre speranze, della vostra voglia di futuro. Deve avvicinarsi a quelli che oggi hanno sfiducia nella politica. Dobbiamo dirgli assieme di “essere loro la politica”, come hanno fatto i loro coetanei candidatisi ed eletti alla nostra Assemblea Costituente.

Per questo spero che in primavera si possano tenere le primarie dei giovani, aperte agli italiani nuovi e ai nuovi italiani, quegli immigrati di seconda generazione a cui si devono riconoscere diritti certi. È necessario che i giovani possano da subito sperimentare il confronto, e il meccanismo delle primarie mi sembra quello ideale.

Non per descrivervi, come fanno spesso gli istituti di ricerca, né per dare di voi la rappresentazione che vogliamo, la copia in sedicesimo di altre strutture, replicandone pregi e difetti.

Vorrei definissimo assieme le regole per partecipare, poi le primarie di primavera faranno venire alla luce la ricchezza nella diversità, la capacità di portare in politica, prendendole a prestito dalla vita di tutti i giorni, le vostre esperienze di comunità: a scuola, in rete, nelle università, nelle associazioni, sui luoghi di lavoro, per poi vedervi partecipare alla vita del Pd in base alle vostre capacità e conoscenze e non per una compensazione anagrafica.

Penso alle migliaia di professionisti in maggioranza “under 30” che lavorano nelle aziende italiane confrontandosi quotidianamente con la flessibilità, alle decine di factory che portano avanti progetti culturali creati e seguiti da giovani di talento, ai ricercatori universitari che sanno benissimo come il sapere dovrebbe stare a cuore ad ogni parte politica, ai tanti giovani che hanno smesso di studiare e lavorano duramente senza interessarsi di politica perché pensano che non discuteremo mai di quello di cui parlano la sera a tavola: le tasse, come arrivare a fine mese, i problemi dell’assistenza sociale.

Non so ancora come sarà questo movimento. Lo decideremo assieme.

Di sicuro dovrà partire dalla Sinistra Giovanile e dai giovani della Margherita. Di sicuro dovrà coinvolgere i ragazzi che rappresentano una risorsa per il Paese e che hanno voglia di affacciarsi per la prima volta alla politica. Persone che sono nate senza conoscere i grandi partiti da cui proveniamo.

Per questo immagino una costellazione di strumenti, più cose diverse, per parlare a più ragazzi possibile. Per questo immagino un movimento nuovo, aperto, una rete fatta di nodi interscambiabili, in grado di sollecitare e valorizzare anche in politica le energie che vi contraddistinguono. Una rete che si rivolgerà ai giovani in tanti modi: dall’agorà di internet e dagli incontri sul territorio, fino a una webradio, cortometraggi, mobilitazioni via sms.

Le primarie di primavera arricchiranno il Partito Democratico dei giovani italiani, e delle loro idee rendendolo ancora di più una forza innovativa e contemporanea.

Per questo il futuro sarà soprattutto il vostro.

La scommessa è fare, insieme, un paese diverso, un’Italia nuova

Walter Veltroni

lunedì 26 novembre 2007

Riforme. Veltroni ha incontrato Fini

Regolamenti parlamentari e legge elettorale i temi dell'incontro
Il segretario del Pd, Walter Veltroni, ha incontrato il segretario di AN, Gianfranco Fini. "Il fatto che ci siamo riuniti per discutere delle regole del gioco è la prima vera novità", ha detto Veltroni in una conferenza stampa dopo avere incontrato Fini a Montecitorio.
"Con Fini siamo d'accordo che non esiste un problema esclusivo di legge elettorale e pertanto non ci può essere una discussione sulla legge elettorale senza che si affronti anche la modifica dell'assetto istituzionale", ha detto Veltroni.

L'incontro ha portato ad alcuni punti condivisi: la discussione sulla nuova legge elettorale va combinata con una riforma istituzionale che preveda la riduzione del numero dei parlamentari, il rafforzamento dei poteri dell'esecutivo e la fine del bicameralismo perfetto.

"Ci vogliono norme di tipo costituzionale e elementi di legge elettorale che rafforzino il bipolarismo", ha detto Veltroni. Anche Fini sostiene che la "via maestra è l'intervento sulla Costituzione", ma apre all'ipotesi di modificare il massimo possibile del sistema attraverso la legge elettorale.

"Vogliamo uscire dal bipolarismo forzoso, con alleanze coatte - ha detto Veltroni - ed entrare in un'altra stagione del bipolarismo sulla base di un sistema proporzionale. Le due cose non sono in contraddizione", ha detto Veltroni.

Il segretario del Pd ha osservato come l'adesione di An su una proposta di legge ulivista sul sistema politico c'è già stata e riguarda la modifica dei regolamenti parlamentari, in base alla quale dalla prossima legislatura i gruppi saranno ammessi in Parlamento soltanto se avranno la stessa denominazione con cui si sono presentati agli elettori.
(da www.lanuovastagione.it)

giovedì 22 novembre 2007

Elezione dei coordinatori territoriali del PD Venerdì e sabato al voto

Firenze, 21 novembre 2007 - Venerdì 23 e sabato 24 novembre saranno eletti i coordinatori del Partito Democratico delle 13 realtà territoriali in cui si è organizzato il partito in Toscana (che corrispondono alle 10 province della regione più Piombino, Versilia ed Empoli). In ognuna di queste si riunirà il coordinamento territoriale, composto dai membri dell> '> assemblea costituente nazionale e di quella regionale eletti in quel territorio alle primarie del 14 ottobre scorso. Si va dai 147 membri del coordinamento metropolitano di Firenze ai 18 componenti di Piombino.

Nella città capoluogo, Firenze, così come previsto dal dispositivo approvato dall'assemblea costituente regionale del PD, sarà eletto anche il coordinatore comunale.

Le assemblee saranno presiedute da un garante, al quale andranno presentate le candidature a coordinatore sottoscritte da non meno del 5 percento e da non più del 10 percento dei membri dell'assemblea territoriale.

Nel corso delle assemblee ogni candidato presenterà la propria dichiarazione di intenti e poi si aprirà il dibattito. Il voto si svolgerà in forma segreta. Risulterà eletto al primo turno chi ha ottenuto il voto del 50 percento più uno dei presenti. Nel caso la maggioranza assoluta non venisse raggiunta, si procederà subito dopo al ballottaggio tra i due candidati più votati.

I coordinatori eletti il prossimo fine settimana saranno provvisori. Entro gennaio, infatti, saranno chiamati di nuovo i votanti delle primarie del 14 ottobre per eleggere le assemblee comunali e provinciali del PD, che a loro volta eleggeranno i coordinatori effettivi.



IN ALLEGATO L'ELENCO DELLE 13 ASSEMBLEE IN PROGRAMMA VENERDI E SABATO IN TOSCANA CON INDICATO IL LUOGO E IL NUMERO DI COMPONENTI DI OGNUNA

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sabato 17 novembre 2007

Legge elettorale, Vassallo: la proposta Veltroni crea un nuovo bipolarismo

La dichiarazione di Salvatore Vassallo ed in allegato l'editoriale pubblicato sul Corriere della Sera.


Roma, 12 nov – Un sistema con "due grandi partiti a vocazione maggioritaria, chiaramente antagonisti", che "non favorirebbe operazioni centriste" e che "penalizza i piccoli partiti senza cancellarli". Salvatore Vassallo, uno degli estensori della proposta di legge elettorale avanzata da Walter Veltroni, intervistato da L'Unità difende dalle critiche dei referendari il sistema suggerito dal segretario del Pd. Un sistema che crea un "nuovo bipolarismo", superando le coalizioni "forzose ed eterogenee" che hanno caratterizzato la seconda Repubblica. Dopo aver ricordato la sua partecipazione al movimento referendario, il costituzionalista bolognese spiega che i rischi paventati dai promotori del referendum "si attenuino molto, fino ad annullarsi, col sistema proposto. Il sistema tedesco ha il difetto di non produrre incentivi in senso bipolare e di dare eccessive rendite di posizione ai partiti di centro. Il nostro sistema non si limita a fotografare proporzionalmente il peso dei partiti, ma incentiva i grandi partiti a vocazione maggioritaria e penalizza i piccoli, senza per questo cancellarli di colpo con uno sbarramento fisso". E questo in virtù delle dimensioni delle circoscrizioni e del numero dei collegi al loro interno: con un esempio pratico, "un partito intorno al 5% può avere seggi anche se non supera quella soglia, ma deve sapere che difficilmente avrà più del 2% dei seggi". Quanto alla possibilità di intese tra i partiti dopo il voto, Vassallo riconosce che "potrebbe accadere che nessuna delle coalizioni identificate prima delle elezioni ottenga la maggioranza assoluta dei seggi. E' dunque possibile che sia necessario fare ulteriori accordi dopo il voto, partendo però dal riconoscimento che uno dei grandi partiti avrà vinto e sempre che non sia possibile per il vincitore dar vita a governi di minoranza". Insomma, gli elettori non sceglieranno più il governo? "Questo lo garantisce con certezza solo il premio di maggioranza o il maggioritario puro. Ma questi due sistemi hanno dato vita in Italia a un bipolarismo costrittivo, che non funziona".
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Assegnate le responsabilità per le aree tematiche ai componenti dell'esecutivo

Il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni ha assegnato le seguenti responsabilità delle Aree tematiche ai componenti dell'Esecutivo:

Cerami Vincenzo Cultura
Causin Andrea Enti locali
Della Seta Roberto Ambiente
Giangrandi Emanuela Immigrazione
Guida Maria Grazia Welfare
Merloni Maria Paola Sapere
Mogherini Federica Istituzioni
Mosca Alessia Lavoro
Orlando Andrea Organizzazione
Parente Annamaria Formazione
Pennacchi Laura Ricerca ed Innovazione
Pinotti Roberta Sicurezza
Pistelli Lapo Esteri
Realacci Ermete Comunicazione
Tonini Giorgio Economia
Villecco Calipari Rosa Mezzogiorno

Gofferdo Bettini, coordinatore della fase costituente, coordinerà un gruppo di lavoro sulla costruzione del Partito composto dal Responsabile Organizzazione e dai capi segreteria del Segretario e del Vicesegretario.
(da www.lanuovastagione.it)

lunedì 12 novembre 2007

Il dispositivo approvato dall'Assemblea Regionale

Firenze, 10 novembre 2007

Assemblea Costituente Regionale del PD toscano
(Clicca qui per visualizzare il dispositivo in versione word)

Dispositivo finale

Introduzione
Il 14 ottobre con le primarie del Partito Democratico nasce un modo nuovo di fare politica e i costituenti delle assemblee nazionale e regionali sono chiamati a rispondere a quella richiesta di buona politica fondata sulla partecipazione che ha dato vita a questo processo.
A Milano lo scorso 27 ottobre la prima convocazione dell’Assemblea Costituente nazionale è stato un momento di grande emozione per tutti quei cittadini che aspettavano un segnale di cambiamento dalla politica e l’avvio del più importante percorso di riforma dei partiti italiani mai esistito. Il discorso di apertura del Presidente Romano Prodi e la relazione del segretario nazionale Walter Veltroni, hanno aperto un nuovo capitolo nella storia della nostra democrazia e tratteggiato i fronti di impegno sia del Governo che del Partito Democratico, suo principale sostenitore.
A Milano sono state assunte decisioni importanti e votate le commissioni che dovranno redigere una proposta di Statuto, di Manifesto e di Codice Etico del nuovo partito, assieme ad un dispositivo che oltre a individuare in Franceschini il vicesegretario fissa due importanti principi di azione: la centralità delle assemblee regionali nella costruzione del partito ai livelli successivi e la necessità di richiamare gli elettori del 14 ottobre per coinvolgerli nel radicamento territoriale.
Con le primarie, per la prima volta, è stato affermato il principio della democrazia paritaria: si tratta di un fatto di straordinario valore che deve essere confermato in tutti i momenti decisionali del nuovo partito. Le elette, insieme alle candidate e a tutte le elettrici delle primarie, sono un grande potenziale che deve trovare sbocco in luoghi di iniziativa politica, di scambio di esperienze e di elaborazione autonoma.
L’Assemblea Costituente del PD toscano pone tra le sue priorità di discussione ed elaborazione, la necessità di pensare ad un partito con un forte radicamento territoriale, che individui forme nuove di adesione e partecipazione, senza che il valore e il ruolo fondamentale della militanza attiva che si concretizza attraverso l’iscrizione, contrasti con altri caratteri di partecipazione alle scelte e alle decisioni, parimenti significative. Vanno pensati e concretizzati, nuovi strumenti di partecipazione e di coinvolgimento nelle scelte degli elettori, come forum tematici, patti di consultazione con associazioni, referendum programmatici ecc. Il PD toscano sarà un partito che farà leva sulla modernità, facendo tesoro delle esperienze migliori traducendole in un linguaggio nuovo. Il PD toscano dovrà essere un luogo accogliente dove chiunque possa trovare spazio in base alle proprie capacità, disponibilità ed interessi tematici.
I passi che il Partito Democratico dovrà muovere a partire da questa assemblea costituente non potranno prescindere dal coinvolgimento di quella moltitudine di donne e uomini che hanno testimoniato anche in Toscana con il loro voto la positività del progetto e reso possibile la nascita del partito stesso. Inoltre viene ribadita dal voto del 14 ottobre il valore delle primarie come metodo di selezione delle candidature per tutti i ruoli di responsabilità politica ed istituzionale, siano essi di carattere monocratico o assembleare.
La migliore partecipazione e il più vasto coinvolgimento nella costruzione del partito democratico sarà garantita dalla capacità di far crescere il progetto politico sui territori, nelle comunità locali, nei luoghi di studio e di lavoro. In questo, una funzione fondamentale è assegnata al carattere federale che, attraverso l’elezione delle assemblee e dei segretari regionali, abbiamo voluto imprimere al Partito Democratico. Le idealità, i valori e l’iniziativa politica del nuovo partito saranno capaci di rispondere alle diverse peculiarità regionali del nostro Paese, se i caratteri organizzativi e la capacità di azione saranno rispondenti alle attese e ai modi di interpretare l’impegno politico proprio di ciascuna regione.
Un compito importante è affidato quindi in questo contesto, alla assemblea costituente regionale e alla commissione statuto eletta in quest’assemblea, che dovrà lavorare ad un testo che inserito in una cornice nazionale stringente sul piano programmatico e ideale, sia veicolo di una proposta originale sul piano organizzativo che tenga di conto delle peculiarità politiche e sociali della nostra regione, costruendo un insieme di regole che garantiscano il carattere democratico della vita del partito e rafforzino innovandolo il radicamento territoriale e tematico.
In questo contesto il coinvolgimento delle giovani generazioni rappresenta una priorità: il PD deve dotarsi di spazi e momenti nei quali siano i giovani stessi a coinvolgere altri giovani. Per avviare il dibattito intorno alle forme e ai modi con i quali andare a costruire l’organizzazione giovanile del PD e promuovere la partecipazione giovanile all’interno degli organismi dirigenti del partito, i componenti di età inferiore ai 30 anni dell’Assemblea Costituente Regionale si costituiscono in gruppo di lavoro.
L’Assemblea Costituente Regionale del PD della Toscana ritiene indispensabile che in tempi certi e ravvicinati si avvii il percorso congressuale del partito, per superare le incertezze di una fase transitoria che è piena di potenzialità ma anche con oggettivi limiti.
L’Assemblea Costituente Regionale del PD della Toscana, convocata il 10 novembre 2007, ha approvato a maggioranza con un voto contrario e tre astenuti le seguenti decisioni per la gestione della fase transitoria:

1. Vicesegretaria
Ai sensi dell’art. 2 comma 3 del Regolamento Quadro per le primarie del 14 ottobre, Caterina Bini assume l’incarico di Vicesegretaria regionale del partito.

2. Tesoriere
Ai sensi dell’art. 2 comma 3 Ilio Pasqui assume l’incarico di Tesoriere regionale del partito.
Al Tesoriere l’assemblea affida il mandato di adottare tutti gli atti giuridici necessari per la costituzione del partito nella fase transitoria sino dell’approvazione dello Statuto da parte dell’assemblea costituente. Al Tesoriere, nella fase transitoria, compete la responsabilità delle attività amministrative, patrimoniali e finanziarie del partito di cui ha la rappresentanza legale.

3. Incarichi e organi collegiali provvisori
Il Segretario regionale, ai sensi dell’Art 2, comma 3 del Regolamento quadro e del punto 5 ultimo paragrafo del Dispositivo approvato a Milano il 27 ottobre, nomina l’esecutivo provvisorio e il comitato politico provvisorio del Pd toscano. Il Segretario, fino all’approvazione definitiva dello Statuto, può organizzare l’attività del Pd toscano sulla base di forum tematici.

4. Coordinamenti territoriali: costituzione
Conformemente al punto 5, ultimo paragrafo, del Dispositivo nazionale, vengono costituiti in Toscana 13 coordinamenti territoriali: coordinamenti provinciali per gli interi territori delle province di Arezzo, Grosseto, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena; coordinamento metropolitano includente Firenze e i comuni della provincia di Firenze non inclusi nel coordinamento territoriale di Empoli; coordinamenti territoriali di Empoli (comuni di Empoli, Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto Guidi, Certaldo, Fucecchio, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Vinci), della Val di Cornia-Elba (comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto e comuni dell’Isola d’Elba), della Versilia (comuni di Viareggio, Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Seravezza, Stazzema), di Livorno (tutti i comuni della provincia non inclusi nel coordinamento Val di Cornia-Elba) e di Lucca (tutti i comuni della provincia non inclusi nel coordinamento della Versilia). E’ inoltre istituito il Coordinamento comunale del Capoluogo di Regione.

5. Coordinatori territoriali provvisori
Come stabilito dal Dispositivo nazionale, entro il 24 novembre e su convocazione del Segretario Regionale, in ognuna delle 14 entità territoriali descritte nel punto 4, gli eletti nelle assemblee costituenti regionale e nazionale eleggono, a maggioranza assoluta dei presenti e con eventuale ballottaggio tra i primi due, un Coordinatore provvisorio con il mandato di convocare le iniziative sul territorio costitutive del PD descritte nei punti 7 e 8.
Come da circolare interpretativa nazionale, gli eletti in collegi riguardanti più province o più entità territoriali fanno parte del coordinamento e votano per il coordinatore del territorio in cui risiedono. Nel caso in cui l’eletto non sia residente nel collegio in cui è stato eletto, partecipa all’Assemblea della realtà territoriale che ha in quel collegio il maggior numero di aventi diritto al voto.
I Coordinatori provvisori rimangono in carica fino alla successiva elezione – da tenersi entro il febbraio 2008 – dei Coordinatori incaricati di guidare il partito fino al suo primo congresso, secondo le modalità decise congiuntamente dal Segretario nazionale e dai Segretari regionali. Tale elezione deve avvenire con il protagonismo dei Fondatori di ogni realtà che devono avere la possibilità di esprimere le proprie indicazioni attraverso un voto.
Il Segretario regionale nomina per ciascuna assemblea territoriale, un Presidente per la seduta di insediamento con il compito di sovrintendere i lavori, raccogliere le candidature e garantire il corretto svolgimento delle operazioni di voto.
Le candidature devono essere presentate al Presidente entro gli orari stabiliti dall’assemblea stessa e devono essere accompagnate da un numero di firme di componenti del Coordinamento territoriale non inferiore al 5% e non superiore al 10% dello stesso.
Il voto sul coordinatore provvisorio avviene in forma segreta. Prima di procedere al voto ogni candidato espone all’assemblea i propri intenti qualora venisse eletto Coordinatore.
Nella seduta di insediamento o comunque non oltre il 7 dicembre, il Coordinamento terririale, su proposta del Coordinatore, nomina inoltre un tesoriere territoriale del PD. Il Coordinatore può dotarsi di un organismo esecutivo che lo coadiuvi nel lavoro quotidiano.
Al termine delle Assemblee previste nel punto 8, e comunque non oltre il 13 gennaio 2008, deve essere convocato il Coordinamento territoriale per discutere dello stato di avanzamento della costruzione del PD sul territorio, attraverso un bilancio delle Assemblee dei Fondatori, un piano di lavoro per i successivi mesi e l’approvazione di un documento che offra indicazioni alle Commissioni istituite dalla Assemblea Costituente Regionale. Il coordinamento discute del radicamento e della organizzazione del PD nell’area di competenza, anche attraverso la elaborazione di una proposta di distribuzione territoriale e tematica delle realtà di base, che devono avere almeno lo stesso grado di radicamento territoriale dei seggi delle primarie del 14 ottobre, e che dovrà essere resa coerente con le disposizioni degli statuti nazionale e regionale.

6. Coordinamenti territoriali: composizione
Ogni coordinamento territoriale è composto dai suddetti eletti nelle assemblee costituenti nazionale e regionale, nonché dai Sindaci e dai Capigruppo Consiliari del PD nei Comuni capoluogo o sede di coordinamento, dai Presidenti di Provincia e dai capigruppo provinciali del PD, dai consiglieri regionali e dai parlamentari aderenti a gruppi del PD. Il Coordinamento territoriale viene altresì allargato con le eventuali modalità decise congiuntamente dal Segretario Nazionale e dai Segretari Regionali. Ogni eventuale allargamento deve rispettare la parità tra i generi.

7. Consegna dei Certificati di “Fondatore del PD”
Vista la tempistica dettata dal Dispositivo nazionale, dal 5 dicembre 2007 è indetta una “Campagna per la costruzione del Partito Democratico del Toscana”: nei luoghi utilizzati come seggi per le primarie del 14 ottobre o in ogni altro luogo o modalità ritenuta idonea dal Coordinamento territoriale, tutti i cittadini inclusi nei registri dei votanti delle primarie del 14 ottobre possono richiedere e ricevere il Certificato di “Fondatore del Partito Democratico”. I Coordinamenti territoriali si fanno carico di informare, nelle forme che saranno ritenute idonee, tutti gli elettori delle primarie rispetto alle modalità di consegna dei Certificati. L’Esecutivo regionale promuove in tal senso una campagna di comunicazione su tutto il territorio della Toscana. All’atto della ricezione del Certificato, ad ogni Fondatore viene chiesto un contributo volontario per finanziare la fase costituente e le iniziative di costruzione del PD sul territorio.

8. Assemblee dei Fondatori
Sempre visti i tempi stabiliti dal dispositivo nazionale, dal 12 al 19 dicembre il Coordinatore territoriale provvisorio, d’intesa col Segretario regionale, convoca, nelle forme adeguate, le Assemblee dei Fondatori relativi ad ogni seggio. Il Coordinatore territoriale provvisorio indica per ogni Assemblea un Presidente/Garante che sovrintende al corretto svolgimento dei lavori. I Certificati di Fondatore del PD possono essere consegnati anche durante tali Assemblee. Il Coordinatore territoriale provvisorio può decidere di convocare l’Assemblea di più seggi insieme.
In attesa del modello organizzativo che sarà definito statutariamente, l’Assemblea, come sostituita, rappresenta la prima organizzazione di base del PD nel territorio.
L’Assemblea elegge al suo interno il proprio Coordinatore.
Le assemblee possono elaborare e suggerire indicazioni utili al lavoro delle Commissioni istituite dalla Assemblea Costituente Regionale.
Eventuali variazioni della tempistica possono essere decise dal Segretario regionale, d’intesa con i Coordinatori territoriali.

9. Coordinatori comunali
I coordinatori comunali vengono eletti per gestire la fase costituente e fino al primo congresso del PD con le modalità decise congiuntamente dal Segretario nazionale e dai Segretari regionali. In ogni caso l’elezione deve avvenire attraverso il protagonismo dei Fondatori di ogni realtà che devono avere la possibilità di esprimere le proprie indicazioni attraverso un voto.

10. Collegio di garanzia
Le funzioni di organo di garanzia del partito nella fase transitoria sono svolte dal comitato regionale dei garanti delle Primarie.

11. Costituzione commissioni
Conformemente all’art 2 comma 1 del Regolamento quadro, l’Assemblea regionale nomina due commissioni: “Statuto” per contribuire alla stesura dell’impianto federale dello Statuto nazionale e per predisporre una proposta di Statuto regionale e di Regolamento finanziario regionale; “Manifesto regionale” per redigere una proposta di documento programmatico del PD toscano. Le commissioni sono composte ciascuna da 50 componenti, metà uomini e metà donne, indicati dai candidati alla carica di segretario regionale, proporzionalmente ai componenti eletti nell’assemblea collegati a ciascun candidato. Ogni commissione elegge nel suo seno un Presidente e un Relatore, può organizzare il proprio lavoro in sottocommissioni, e deve predisporre forme di consultazione e coinvolgimento nelle scelte dei componenti l’assemblea costituente e di altri soggetti singoli o associati, utilizzando momenti di dibattito, focus group, forum telematici, consultazioni online ecc.
L’Assemblea Costituente regionale è riconvocata dal Presidente, sentito il Segretario, non oltre il 31 marzo 2008 per assumere le decisioni in merito allo Statuto, al Regolamento finanziario e al Manifesto Programmatico. Entro il giugno 2008 il PD della Toscana convocherà una Conferenza programmatica per confrontarsi con associazioni, forze sociali ed economiche sui contenuti del Manifesto.
Le commissioni possono elaborare documenti che rappresentano un contributo alla creazione dello Statuto e del Manifesto Nazionale durante la fase di elaborazione dei documenti stessi in sede nazionale; devono altresì discutere e definire autonomi contributi quando i documenti nazionali saranno approvati dalle rispettive commissioni.

12. Norme transitorie relative al percorso verso le Elezioni Amministrative del 2008
Ai sensi dell’Art. 2 comma 3 del Regolamento quadro, è dato mandato ai Coordinamenti territoriali competenti, d’intesa con il Segretario regionale, di stabilire le modalità di coordinamento più idonee a definire e gestire il percorso le Elezioni Amministrative 2008.
Per la definizione delle candidature a Sindaco e a Presidente di Provincia, il PD della Toscana opta per il meccanismo delle primarie di coalizione aperte a tutti i cittadini elettori interessati al voto.
Per la definizione delle candidature per i consigli comunali o provinciali i Coordinamenti territoriali possono decidere di avvalersi del meccanismo delle primarie.
I regolamenti per le primarie devono essere approvati dal Coordinamento territoriale competente e devono prevedere organi di garanzia.
Le liste dei candidati del PD per i consigli comunali e provinciali devono essere composte per metà da uomini e per metà da donne.
Salvo determinazioni diverse contenute nello Statuto nazionale o regionale, chi ha già svolto per due mandati, consecutivi e in corso, il ruolo di consigliere comunale o provinciale non può essere ricandidato, salvo deroga motivata e decisa dal Coordinamento territoriale competente.


Conclusa l'assemblea costituente toscana del PD Elette le commissioni e approvato il dispositivo

Firenze, 10 novembre 2007 - Stefania Collesei eletta presidente dell'assemblea costituente del Partito Democratico della Toscana, elette le due commissioni che si occuperanno di redigere lo statuto e il manifesto programmatico del PD toscano, approvato il dispositivo regionale con le regole transitorie per la gestione del partito nei prossimi mesi.

Si è conclusa così l'assemblea costituente regionale del Partito Democratico alla Fortezza da Basso di Firenze che ha proclamato Andrea Manciulli alla guida del partito. Caterina Bini ha assunto l'incarico di vicesegretaria. Ai lavori ha assistito una platea di un migliaio di persone: i 395 membri dell'assemblea regionale, i 211 di quella nazionale e gli ospiti.


Commissione Statuto

Bacchi Marco
Bardini Pierluigi
Barnini Brenda
Bastianini Giancarlo
Bernardo Paola
Bertocchini Valentina
Besozzi Corrado
Bezzini Simone
Billi Giacomo
Bonacchi Rosalba
Bosetti Ugo
Brogi Stefano
Brunetti Leonardo
Buiani Lisa
Casini Enrico
Ceccuzzi Franco
Cresti Daniela
De Siervo Lucia
Fabbri Graziano
Fornaciari Donatella
Gazzarri Maurizio
Ghiselli Giuseppina
Giampaoli Alice
Giorgia Beltramme
Giugni Paola
Goracci Stefano
Grassi Chiara
Grifoni Roberto
Innocenti Chiara
Leonardi Franca
Lucchesi Donata
Mecacci Patrizio
Nannipieri Luigi
Nobili Anna
Nocchi Francesco
Pachetti Giampaola
Palazzeschi Massimo
Paolini Maurizio
Papi Elena
Pellegrini Aurelio
Pietri Marilena
Politi Maria Teresa
Russo Federico
Sforzi Damiano
Squittieri Benedetta
Stellini Giovanna
Tortolini Matteo
Tusi Teresa
Valentini Daniela
Vedovato Riccardo


Commissione Manifesto programmatico

Agueci Silvana
Balata Lavinia
Baldini Paolo
Baroncelli Tiziana
Bugli Vittorio
Ceccantini Antonio
Cecchi Michela
Celli Simone
Cha Gloria
Cioni Beatrice
Crudeli Roberta
De Girolamo Alfredo
Fiorilli Stefania
Foti Claudia
Fresa Antonella
Frontera Claudio
Garigali Antonio
Gesualdi Michele
Giani Eugenio
Giovannelli Alessandro
Giuzio Antonella
Laing Simona
Lastri Daniela
Leo Simone
Malanima Cristiana
Marigolli Manuele
Martini Claudio
Meloni Elisa
Mezzetti Stefania
Mori Veronica
Moscato Piera
Noè Elisabetta
Pacini Francesca
Paini Ginevra
Papa Mauro
Pelagatti Egidio
Pighini Luca
Prontelli Francesco
Ricci Mirella
Rollino Massimo
Rossellini Pietro
Rossi Carlo
Rossi Giovanni
Salvadori Gianni
Sani Luca
Sarteschi Giovanni
Scroccaro Lisa
Settimelli Valentina
Targetti Stella
Toti Gabriele

Sintesi dell'intervento del segretario Andrea Manciulli

Firenze, 10 novembre 2007 – Questi alcuni passaggi dell'intervento di Andrea Manciulli, segretario del Partito Democratico della Toscana, davanti all'assemblea costituente regionale del PD, riunita oggi alla Fortezza da Basso di Firenze.

“Serve un partito nuovo davvero, nella forma e nei contenuti. Un partito davvero federale che trovi nei territori il suo radicamento e la sua forza. Un partito di prossimità, un partito che si incontra uscendo di casa. Un partito aperto e strutturato – ha detto Manciulli -. Le sezioni di partito non bastano più ad avvicinare le persone alla militanza. Questo significa che oltre alle sezioni, il Partito Democratico deve avere l'assillo quotidiano di organizzare momenti di incontro e di confronto con i cittadini, dove, oltre che a dire, si vada per ascoltare, dai porta a porta ai forum tematici che vogliamo aprire a tutti affinchè i cittadini non partecipino solo al momento culminate delle primarie, che comunque rimangono per noi un punto di riferimento. Le primarie vanno fatte sempre, ad ogni livello istituzionale per le cariche monocratiche e assembleari e per i dirigenti politici”.

“C'è bisogno di organismi legittimati. Oggi siamo chiamati ad operare attraverso organismi provvisori, ma spero che prima possibile si possa fare un vero congresso, perchè per prendere le decisioni importanti occorre quella legittimazione”.

“Siamo per un partito che decide. La nostra lunga esperienza di governo in Toscana ci insegna che il consenso che abbiamo consolidato ci deriva proprio dalla capacità di aver fatto delle scelte in cui i cittadini si sono riconosciuti e di averle governate”.

“Ci stiamo già organizzando – ha detto ancora Manciulli – per una conferenza programmatica del Partito Democratico della Toscana”.

Veltroni: "Ecco la riforma più adatta per un nuovo bipolarismo"

Sul Corriere della Sera Aldo Cazzullo intervista il segretario Pd. E sulla sicurezza: "chiedo rigore: è di sinistra tenere in galera chi sbaglia"


Dal Corriere della Sera dell'11 novembre

Walter Veltroni ha appena raccolto il segnale di Casini e Fini e aperto alla trattativa su una nuova legge elettorale proporzionale. Ma, più che rivendicare uno strappo, tende a ricostruire un contesto.

«Ho semplicemente ricordato i due scenari che abbiamo di fronte. Il primo porta alla crisi di governo, all'esercizio provvisorio, alle elezioni con questa legge elettorale. E non mi pare affatto uno scenario auspicabile; perché non porterebbe né stabilità né serenità. Il secondo scenario prevede l'approvazione della Finanziaria, il governo che continua il suo lavoro e l'apertura di un tavolo su tre questioni. La riforma istituzionale, con al centro una Camera con un numero dimezzato di parlamentari. La riforma del regolamento parlamentare, in modo che si possano costituire solo gruppi con lo stesso simbolo che si è presentato alle elezioni. E una nuova legge elettorale, che fa parte della proposta Vassallo-Ceccanti- Bassanini: proporzionale senza premio di maggioranza, ma con altri meccanismi tecnici, presenti in tutti i sistemi elettorali europei, che consentano di ridurre la frammentazione politica e di assicurare la stabilità di governo».

Questa sua apertura ha suscitato anche critiche da leader di piccoli partiti come Boselli e da referendari come Parisi, che vede in pericolo il bipolarismo.«Si tratta invece di creare un nuovo bipolarismo, fondato sulla coesione e non sulla coercizione, sull'alleanza e non sul programma; e sull'alternanza tra forze che riconoscano reciprocamente la propria legittimità. I modelli elettorali non sono abiti che si prendono e si indossano; vanno calibrati sulle esigenze del Paese, sull'assetto istituzionale, sulla situazione politica. È possibile trovare insieme un modello che recepisca il meglio dei sistemi elettorali vigenti in Europa».

Lei apre al dialogo con il centrodestra, proprio nei giorni in cui infuria la polemica sulla sicurezza. L'assassinio di Giovanna Reggiani. Ora, il delitto di Milano, con la donna romena trovata uccisa in una baracca incendiata.

«Un dramma che conferma quanto strumentale, quanto scorretta nei confronti del Paese sia la rappresentazione di un grande problema nazionale come un problema di Roma. Le baraccopoli esistono in molte altre città; e verrebbe voglia di sapere se altrove la questione sarebbe affrontata con i sopralluoghi, con i toni tanti duri, con i giudizi tanto aspri riservati a una città governata da persone dal colore politico diverso dal proprio».

Di questo passo diranno che è lei a strumentalizzare il delitto di Milano.

«Io sono solidale con Letizia Moratti. È triste che la politica italiana sia fondata sull'odio, sulla contrapposizione pregiudiziale, sull'uso della paura come della merce più facile da vendere. Cerco di sottrarmi a questa logica, tacendo quando avrei voglia di non tacere. Credo sia giusto reintrodurre, anche in modo unilaterale, elementi di civiltà nella politica. Per questo esprimo la mia solidarietà al sindaco di Milano, che fronteggia gli stessi problemi di Roma, di Bologna, di Palermo e di tutte le metropoli europee e mondiali».

Ma il flusso dell'immigrazione dall'Est europeo, e in particolare di rom, punta verso l'Italia.

«Sarebbe facile ricordare quando Berlusconi si definiva "l'avvocato della Romania" o quando Fini due anni fa sosteneva che "la risposta vera a questo fenomeno di dimensioni bibliche può essere solo nell'integrazione". Preferisco confermare quanto ho detto nella campagna per le primarie, attirandomi molte critiche: la sicurezza non è né di destra né di sinistra. E voglio fare un passo in avanti. Non può esistere una sinistra che non si faccia carico della sicurezza. Non può esistere una sinistra ignara che il problema riguarda innanzitutto gli strati più deboli, e attiene ai diritti fondamentali delle persone: il diritto di una donna a uscire di casa tranquilla, di un anziano a non essere aggredito, di un bambino a non essere molestato. Il centrosinistra deve salvaguardare questi diritti. E solo il centrosinistra può farlo».

Perché mai? La destra di solito è considerata più dura e più credibile in tema di sicurezza.

«Perché la sicurezza si salda al grande tema della legalità. Non ci può essere un'area in cui la legge non esiste e un'altra in cui viene invocata. La legge vale per tutti. Non possono esistere riserve di illegalità fondate su false giustificazioni sociali, come i campi rom in cui circolano armi e si alimenta il mercato della droga e della prostituzione. L'assenza della legalità ha prodotto la situazione che abbiamo sotto gli occhi: la crisi della cultura delle regole, la deviazione per cui chi sbaglia non viene punito. E il centrodestra ha una responsabilità. Il condono edilizio. Quello fiscale. Il falso in bilancio ».

L'indulto però l'ha voluto e votato il centrosinistra, insieme con Forza Italia e Udc.

«Non sto qui a giudicare. Constato che il Parlamento si è unito soltanto sull'indulto. Anziché reintrodurre i principi in base ai quali chi sbaglia paga, in questi anni si è fatto il contrario. È tempo che dalla politica venga un messaggio di rigore e di responsabilità. Non può essere che una persona arrestata 52 volte vada in giro tranquilla. Che un omicida se la cavi con qualche anno di galera. Che si possa rubare il rame dalle ferrovie e il giorno dopo essere già a spasso. E la responsabilità non è della magistratura; è del sistema giuridico, che complica le procedure. È giusto essere garantisti, fino al giudizio. Ma, in caso di condanna, la prima garanzia è quella che riconosce il diritto della vittima a vedere punito il colpevole».

È tempo di modificare in senso restrittivo la legge Gozzini?

«La mia risposta è no. Quello che dobbiamo guardare è l'assetto complessivo delle norme. I patteggiamenti. I vari benefici. Il procuratore Grasso ha lanciato l'allarme: i benefici ordinari e i benefici riservati a chi collabora con la magistratura ormai sono equiparati; il risultato è che nessuno collabora più. Il rispetto delle regole, e il rispetto delle sanzioni per chi sbaglia, è tipico di una cultura di sinistra. E poi la sinistra è la sola che può fare una politica di integrazione. Gran parte degli immigrati sono persone per bene, che non vanno relegate ai margini della società. Quanto tempo devono attendere per avere la cittadinanza? Perché ci si ostina a impedire loro di partecipare al voto? A Roma abbiamo migliaia di imprese gestite da immigrati, abbiamo fatto un grande lavoro per integrare i bambini rom».

Il centrodestra vi rimprovera di aver tentato di integrare anche chi l'integrazione rifiuta, anziché reprimere.

«Sono rimasto molto colpito dal modo in cui il centrodestra ha affrontato la questione. Sono riaffiorati vecchi riflessi, vecchie pulsioni. An ha riportato il proprio orologio indietro di quindici anni; e penso lo faccia perché qualcuno le sta creando un'alternativa a destra».

Storace usato da Berlusconi contro Fini?

«Se il capo dell'opposizione va a una manifestazione di un partito che ha sostenuto la legittimità del linciaggio e che ha avuto nei confronti del presidente della Repubblica e della senatrice Rita Levi Montalcini atteggiamenti che nulla hanno a che vedere con i metodi democratici, se Berlusconi va lì lo fa per dire a Fini che c'è un'alternativa possibile. E An, anziché evolvere in una grande forza moderata di centrodestra, è condizionata da Storace. Dire in tv che la direttiva comunitaria consentirebbe di espellere 250 mila persone significa ingannare gli italiani. Perché il governo di centrodestra nel 2002 ha accettato l'abolizione del visto, senza preoccuparsi di trovare accordi per regolare i flussi dall'Est? Perché per cinque anni non hanno fatto il decreto per le espulsioni che ha fatto ora il governo Prodi?».

Il governo Prodi si è mosso sull'emozione per la morte di Giovanna Reggiani. E il decreto, che lei ha sollecitato, viene ora attenuato; tanto che proprio il suo fedele critico Sansonetti scrive su Liberazione che lei, Veltroni, dovrebbe rallegrarsi che non sia passata la sua «linea dura».

«Non solo io, tutti i sindaci, nei mesi passati, hanno sollecitato il decreto. Dopo la tragedia, ho insistito; e il governo ha fatto bene a interpretare la reazione dell'opinione pubblica e a darle una risposta. Non vedo attenuazioni al decreto. Lanciare una campagna contro il razzismo è condivisibile, così come legare l'espulsione a gravi e concreti pericoli per la sicurezza. Affidare il giudizio alla magistratura ordinaria è corretto, come ha spiegato Giuliano Amato. Il punto essenziale è che i prefetti ora possono allontanare i criminali dal nostro territorio».

Ma è il «modello Roma» che il centrodestra mette in discussione.

«Il "modello Roma" andava benissimo fino a quando non mi sono candidato alle primarie. Allora si è cominciato a raccontare Roma in modo diverso. Nella realtà, la capitale cresce il doppio della media del Paese, cresce più ancora in termini di occupazione e fino al gennaio di quest'anno — cito dati del Sole 24Ore — aveva un numero di omicidi, scippi, rapine minore anche in cifra assoluta rispetto a città amministrate dal centrodestra. Abbiamo chiuso piaghe aperte da decenni, smantellato i campi della stazione Tiburtina, della Snia Viscosa, del residence Roma, abbattuto centinaia di baracche, chiuso decine e decine di campi nomadi, spostato 15 mila persone che allora non potevamo espellere».

Fini le rimprovera di concentrarsi sulle cose che le stanno a cuore, dalla festa del cinema alle notti bianche, e tollerare il racket dei lavavetri, quello dei mendicanti e in genere il degrado urbano. Cosa risponde?

«Non è colpa mia se i giornali si occupano più della festa del cinema o delle notti bianche che delle cose fatte quotidianamente per i problemi della città. Non è colpa mia se i media danno paginate all'arrivo di Nicole Kidman e non una riga su come abbiamo illuminato le periferie, aperto campi sportivi nelle scuole, costruito biblioteche. Certo, c'è un problema, che peraltro non riguarda solo Roma: la lotta contro il degrado, per affermare la cultura del decoro. Qui sta il limite del centrodestra: l'idea che sia tutto lecito, che il bene comune non sia importante quanto l'interesse individuale. In quella frase del capo dell'opposizione, "toccate la mia mano perché è questa che ha fatto il grano", è già scritto tutto: la società del particolare; l'egoismo sociale ed etnico. La sinistra non deve avere alcun imbarazzo a mettere in campo un'idea opposta di società, a ingaggiare una grande battaglia di valori. Noi vogliamo premiare il talento e produrre ricchezza; ma vogliamo anche che la ricchezza sia distribuita in modo equo. In un mondo con piccoli fortilizi di ricchi assediati dalla povertà, neppure i ricchi vivono bene».

Una legge elettorale proporzionale e bipolare

Su L'Unità Stefano Ceccanti spiega la proposta di legge elettorale annunciata da Walter Veltroni.
Su L'Unità Stefano Ceccanti analizza l'attuale sistema elettorale e le quattro indicazioni per una proposta di legge elettorale annunciate da Walter Veltroni.
Clicca quì per leggere l'articolo

Pd, le 3 commissioni si insedieranno il 17 novembre

Le tre commissioni nominate dall'Assemblea costituente del Pd a Milano con l'incarico di redigere lo statuto del nuovo partito, il manifesto-programma e il codice etico, si insedieranno sabato 17 novembre.
Le tre commissioni sono composte di 100 membri ciascuna. Eleggeranno ciascuna un proprio presidente e al loro interno verrà scelto un relatore. Secondo le decisioni prese all'Assemblea costituente del 27 ottobre le tre commissioni dovrebbero concludere i loro lavori entro il febbraio 2008.

Il Pd inaugura la sede e definisce la propria struttura

Un loft di 1000 metri quadri al Circo Massimo. Mentre Goffredo Bettini sarà il coordinatore della fase costituente
Si è inaugurata venerdì alle 13 la sede del partito Democratico.
Due piante di ulivo all'entrata vogliono richiamare le radici del partito, mentre il grande open space interno richiama la trasparenza e l'efficienza che si vuol dare al nuovo partito. Siamo a piazza Sant'Anastasia, nel cuore del centro storico di Roma, tra i Fori Imperiali, il Campidoglio e il Circo Massimo.
A Prodi, presente all'inaugurazione, l'edificio, di un solo piano con alcuni soppalchi, è sembrato una casa «bellissima». Il segretario del Pd,Walter Veltroni, ha spiegato perchè si è scelta una sed ecosì diversa dai grandi palazzi del centro, per tenere insieme "radici e modernità, tradizione e rinnovamento".
Su una pedana per le foto di rito il segretario del Pd ha presentato anche l'esecutivo del partito, convocato nella circostanza per la sua prima riunione: «Le donne sono la metà più una, e non è stata una scelta casuale». Il prossimo appuntamento con i giornalisti sarà tra qualche giorno, per la presentazione del simbolo del Partito democratico.
Alla presenza di molte personalità politiche che sono state determinanti per la nascita del partito, Piero Fassino e Francesco Rutelli, Massimo D’Alema, Paolo Gentiloni e Giovanna Melandri, oltre a due dei candidati con i quali Veltroni ha corso le primarie, Rosy Bindi ed Enrico Letta.
"Da oggi comincia un lavoro per corrispondere alle attese di un paese che chiede sempre più soluzioni serie con un tono di voce non urlato - ha ribadito Veltroni - per dare l'identità di un partito che vuol rispondere ai problemi della società ed insieme immettere una buona dose di ragioni fondanti e valori». Poi, rivolgendosi al presidente Prodi, ha sottolineato come oggi, nella nuova sede inaugurata al Circo Massimo, si materializzi «un sogno politico» costruito in tanti anni e di cui, soprattutto all'inizio, proprio il Professore è stato uno dei massimi sostenitori.
Il leader del Pd ha quindi fissato le prossime scadenze dalla presentazione del simbolo alla convocazione delle tre commissioni che dovranno redigere statuto, manifesto e codice etico del nuovo partito.
Nel corso della prima riunione dell'esecutivo sono stati assegnati diversi incarichi: Goffredo Bettini sara' il coordinatore della fase costituente del Pd, impegno per il quale si dimetterà dal Senato. Roberto Roscani e Piero Martino sono, rispettivamente, portavoce del segretario e capo ufficio stampa del partito. Vinicio Peluffo e Antonello Giacomelli sono stati nominati da Veltroni e Franceschini a capo delle proprie segreterie politiche e, in quanto tali, parteciperanno ai lavori dell'esecutivo. Alberto Losacco sarà direttore della struttura nazionale del Pd
.

venerdì 9 novembre 2007

PD: DOMANI LE ASSEMBLEE COSTITUENTI IN TUTTE LE REGIONI

Domani, sabato 10 novembre, si terranno in tutte le regioni italiane le Assemblee Costituenti regionali del Partito Democratico. Dopo la grande assemblea di Milano, il Partito Democratico inizia a svolgere le proprie attività sul territorio. Le Assemblee regionali procederanno alla proclamazione dei segretari regionali, alla elezione dei presidenti delle Assemblee e dei Tesorieri regionali e avvieranno il lavoro sullo Statuto e sui contenuti programmatici regionali. In ogni Assemblea regionale sarà presente un componente dell’Esecutivo nazionale del Partito Democratico.

giovedì 8 novembre 2007

AL PD SERVE UNA NUOVA GRANDE ORGANIZZAZIONE GIOVANILE


di Fausto Raciti e Roberto Speranza, Segretario e Presidente della Sinistra Giovanile Nazionale

La stagione politica che si è aperta con la nascita del Pd rappresenta una straordinaria opportunità per le giovani generazioni. Si tratta, innanzitutto, di ridare senso e funzione alla politica, di ridefinirne un profilo tale da renderla il principale strumento per la costruzione di una realtà migliore.

Le sfide che l’Italia ha davanti a sé sono alte e complesse. Trovare il proprio posto nel “nuovo mondo”, quello globalizzato, rafforzare il processo di integrazione comunitaria, ricostruire coesione tra i tanti pezzi che compongono il “mosaico sociale” della nazione: nord e sud, giovani e non, lavoratori precari e stabili, cittadini ed extracomunitari. Solo così sarà possibile ridare fiducia a ragazzi condannati dagli assetti sociali dell’Italia a competere nella parte bassa e dequalificata del mercato del lavoro, presi da una certa sfiducia - dato più antropologico che politico - nelle proprie possibilità, in un Paese che cresce poco e redistribuisce sempre in direzione degli interessi organizzati.

La “nuova politica” dovrà essere in grado di costruire un rinnovato senso dell’essere italiani, una nuova missione collettiva rispetto al futuro dell’Italia.

Il Pd, serve prima di tutto a questo. Nella sua azione politica e di governo, dovrà misurare costantemente la sua sintonia con la nostra generazione. Dovrà saper intaccare e disarticolare le corporazioni della società italiana, mettere realmente al centro i saperi, la scuola e l’università, concepiti come gli asset fondamentali della società di oggi e del futuro, saper promuovere merito, talenti ed innovazione, liberando il lavoro dalle degenerazioni della precarietà e offrendo al Paese una prospettiva di equità e sviluppo.

Le prime scelte del nuovo partito vanno nella direzione giusta. Le elezioni primarie e la composizione delle assemblee costituenti segnalano una carica di innovazione significativa. La parità dei generi e la presenza degli “under 30” sono un elemento di indiscutibile avanzamento sul terreno dell’innovazione della politica. Su queste basi riteniamo fondamentale dar vita ad un nuovo grande soggetto politico generazionale.

Ci ha fatto riflettere vedere tanti giovani votare e candidarsi. Quando parliamo di giovani parliamo essenzialmente di studenti, ricercatori, lavoratori e disoccupati, che hanno deciso di fare un pezzo della loro strada insieme a noi, nel Pd. Questi ragazzi hanno partecipato perché, per una volta, hanno avuto l’occasione di essere protagonisti. Tale protagonismo non crediamo vada disperso, ma valorizzato.

Siamo ragazzi di questo paese che con fatica e piacere, quotidianamente lavorano per un paese migliore con migliaia di coetanei.

Vogliamo dare vita ad un progetto politico e generazionale, che interpreti le esigenze dei giovani italiani, strutturato, fortemente territoriale, plurale nelle forme e nei linguaggi. Non ci interessano operazioni di facciata, ma la creazione di nuovi spazi con tutti i ragazzi disposti a farlo, da Enna a Bolzano, da Bari a Genova. Non ci vogliamo ghettizzare, ma offrire a questo nuovo grande partito l’opportunità di “dare priorità al futuro”.
Lo ha scritto bene su “Europa”, pochi giorni fa, Piero Giacon, giovane costituente del Pd.

La Sinistra Giovanile ed i Giovani della Margherita, le due organizzazioni giovanili di Ds e Dl, sono stati strumenti importanti di rapporto con le giovani generazioni. Esse hanno promosso la partecipazione studentesca nelle scuole e nelle università, nei luoghi dell’aggregazione, nei territori, sensibilizzando una generazione su grandi temi come la pace, il lavoro, l’ambiente, i diritti e misurandosi con le grandi e piccole battaglie del quotidiano.

Oggi va reinterpretato il ruolo di queste organizzazioni. Lo vogliamo fare in forme nuove, facendo all’associazionismo e dei movimenti, così come delle tante realtà che guardano con interesse alla costruzione del Pd elementi costitutivi, linfa vitale, per il nostro nuovo percorso.

Lo vogliamo fare mettendo al centro quelli che il 14 ottobre hanno votato alle primarie, e quelli che ad ogni livello, con determinazione e coraggio, sono stati eletti. Siamo convinti che questo sia il modo migliore per fare vivere il Pd tra le giovani generazioni, offrendo loro una casa, un luogo in cui partecipare in maniera attiva alla vita del loro Paese. Pensiamo ad un’organizzazione che incontrerà i giovani italiani nei luoghi dove essi vivono quotidianamente. Nelle scuole, nelle università, sul lavoro, come pure nei luoghi della socializzazione e del divertimento. Per questo crediamo che sia indispensabile, a partire dai prossimi giorni, iniziare il percorso per dare vita al nuovo soggetto generazionale, partendo dagli eletti nelle varie assemblee costituenti ma sapendo che gli eletti non sono sufficienti. Per questo ci rivolgiamo alla Sinistra Giovanile, ai Giovani della Margherita, a tutte le reti associative giovanili che in queste settimane hanno lavorato alle elezioni primarie ed a tutte le ragazze e i ragazzi che il 14 ottobre hanno votato.

Ci rivolgiamo a tutti i ragazzi di questo paese ed al segretario Walter Veltroni, perché ascolti la nostra richiesta di attenzione verso la nuova politica, che non può che passare per le giovani generazioni: crediamo che sia indispensabile, a partire dai prossimi giorni, costruire un comitato promotore nazionale e relativi comitati regionali. Chiediamo che siano protagonisti di questo la Sinistra Giovanile ed i Giovani della Margherita che, a partire dagli eletti nelle assemblee costituenti, costruiscano una rete per dare vita al nuovo soggetto generazionale.

Per parte nostra, la Sinistra Giovanile metterà a disposizione tutte le proprie migliori risorse, la propria storia e la propria esperienza; nella convinzione che oggi più che mai le ragioni dell’impegno politico della nostra generazione abbiano senso e trovino un campo fertile e ampio in cui cimentarsi per la costruzione di una realtà migliore.

martedì 6 novembre 2007

Il 10 novembre a Firenze l'Assemblea Costituente Regionale

Sabato 10 novembre, dalle ore 9.30 fino alle 18.00, presso il padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso di Firenze, si terrà la prima riunione dell'Assemblea Costituente Regionale. Tra "costituenti" e invitati (tra cui gli eletti toscani nell'Assemblea nazionale) è prevista una partecipazione di circa 700 persone.

Clicca qui per visualizzare l'allegato
(da www.ulivotoscana.it
)

I profili dei componenti della squadra che affiancherà Veltroni

Più donne che uomini, giovani, esponenti politici ma anche del mondo della cultura e dell'associazionismo. Ecco chi sono i componenti dell'esecutivo del Partito Democratico:

GOFFREDO BETTINI - Nasce a Roma nel 1952. omano, classe 1952. Consigliere comunale dall’89, capogruppo del Pds in Campidoglio per sei anni, assessore, vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, deputato e infine senatore. Si interessa di cultura, ed è artefice di due grandi successi come l’Auditorium Parco della Musica (è presidente della società Musica per Roma, che lo gestisce) e della Festa del Cinema di Roma (è presidente della Fondazione)

ANDREA CAUSIN - E' nato a Mestre nel 1972. Dal 1992 al 1994 è stato consigliere comunale per il Partito Popolare Italiano a Martellago, suo Comune di residenza. Dal 1999 al 2002 é stato Segretario Nazionale dei Giovani delle Acli. Nell'aprile 2005 è eletto consigliere regionale e si occupa in modo particolare dei temi legati al welfare, alle politiche del lavoro e alle attività produttive.

VINCENZO CERAMI - E' nato a Roma nel 1940. Allievo di Pier Paolo Pasolini. Ha scritto libri, romanzi, sceneggiature con tra gli altri Roberto Benigni, opere teatrali.

ROBERTO DELLA SETA - E' nato a Roma nel 1959. Dal 2003 è presidente nazionale di Legambiente. Laureato in storia dei partiti politici, ha pubblicato diversi saggi tra cui 'La difesa dell'ambiente in Italia. Storia e cultura del movimento ecologistà (2000) e 'Dizionario del pensiero ecologico' (2007).

EMANUELA GIANGRANDI - 43 anni, nata a Lugo, in provincia di Ravenna. A 21 anni entra nel Consiglio Comunale di Lugo, dove rimane per quattro legislature, fino al 2004. In questo periodo ricopre le cariche di capogruppo, di assessore, oltre che di segretaria comunale del Pds. Nel 2001 è assessore provinciale a Ravenna, incarico che riveste tuttora, con le deleghe al Bilancio e programmazione finanziaria.

MARIA GRAZIA GUIDA - nasce ad Amatrice (RI) nel 1954. E' sposata ed ha una figlia. Ha lavorato come assistente sociale in servizi istituzionali pubblici delle Asl. Si è occupata di minori, famiglie in difficoltà e anziani. Dal 2001 ha iniziato una collaborazione con Don Virginio Colmegna operando in Caritas Ambrosiana fino al 2004. Da circa un anno ricopre la carica di vice presidente del Centro Ambrosiano di Solidarietà di Milano, che si occupa di giovani con problemi di dipendenza, salute mentale e progetti di coesione sociale nei quartieri difficili della città di Milano.

MARIA PAOLA MERLONI - Nata a Roma nel 1963, ha una figlia ed è un'imprenditrice con un lungo curriculum di incarichi. E stata presidente di Confindustria Marche. Nel 2006 è stata eletta alla Camera nelle liste della Margherita.

FEDERICA MOGHERINI - E' nata a Roma nel 1973, è sposata ed ha una figlia di tre anni. E' laureata in Scienze politiche con una tesi sul rapporto tra religione e politica nell'Islam. Nel 2001 è entrata nel Consiglio Nazionale dei Ds, successivamente nella Direzione Nazionale e nel Comitato Politico. Nel 2003 ha iniziato a lavorare al Dipartimento Esteri dei Ds, prima come responsabile del rapporto con i movimenti, poi come coordinatrice del Dipartimento, e da ultimo come responsabile delle Relazioni Internazionali. E' stata eletta all'Assemblea Costituente del Partito Democratico nel collegio 14 di Roma.

ALESSIA MOSCA - 32 anni, è membro della segreteria tecnica del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ha lavorato al Parlamento europeo e nell'ufficio relazioni istituzionali e internazionali di Alenia Aeronautica. Ha insegnato all'università Lorenzo dé Medici di Firenze e come visiting professor, all'università Cattolica di Milano. Ricercatrice dell'Arel, ha pubblicato diversi articoli sulle politiche dell'Unione europea.

ANDREA ORLANDO - Nato alla Spezia nel 1969. E' stato segretario provinciale dei DS (2001-2003) e componente della segreteria regionale. Dal 2003 assume incarichi presso la Direzione Nazionale dei DS, prima come vice responsabile del dipartimento organizzazione. Nel 2005 assume la direzione del dipartimento enti locali, incarico che lascia nel 2006 per assumere quello di responsabile organizzativo nell'ambito della Segreteria Nazionale dei Ds. Nello stesso anno, alle elezioni politiche, è eletto deputato nelle liste dell'Ulivo. In Parlamento è stato membro della Commissione Bilancio e poi di quella Politiche Comunitarie.

ANNAMARIA PARENTE - E' nata a Napoli il 17 settembre del 1960 e attualmente è responsabile del Coordinamento Nazionale donne della Cisl. Dal 1995 è responsabile del Coordinamento Nazionale donne del sindacato. L'8 marzo 2004 è stata nominata Ambasciatrice di Pace dal Centro di Pace tra i popoli di Assisi. E' sposata ed è madre di un bambino, Ennio di 7 anni.

LAURA PENNACCHI - E' nata a Latina nel 1948, vive a Roma. E' madre di due figli. Economista e docente autrice di numerosi saggi, Laura Pennacchi è stata parlamentare dei Ds e sottosegretario al Tesoro con Carlo Azeglio Ciampi.

ROBERTA PINOTTI - E' nata a Genova il 20 Maggio 1961. Sposata, con figli. Nel 2001 è eletta deputata e lavora nella commissione Difesa, di cui diviene Presidente dopo la rielezione al Parlamento nel 2006. Anche per questo incarico è la prima volta per una donna.

LAPO PISTELLI - E' nato a Firenze il 20 giugno 1964. Sposato, ha tre figli. Coordinatore della segreteria del Ppi dal 1999 al 2001, membro dell'Esecutivo e della Presidenza della Margherita è stato eletto al Parlamento Europeo nel 2004 ed è oggi capo delegazione.

ERMETE REALACCI - Nato a Sora (Fr) nel 1955 è presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ed è presidente onorario di Legambiente. Ha guidato fin dai primi anni Legambiente - di cui è stato segretario dal 1983 al 1987 e poi presidente. E' da anni in prima fila nell'impegno per un'azione forte ed incisiva contro l'aumento dell'effetto serra e i cambiamenti climatici.

GIORGIO TONINI - Ha 48 anni, sposato con 7 figli, vive a Trento, dove è stato eletto senatore per l'Unione-Svp. E' vicepresidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama. Laureato in filosofia, è giornalista professionista. Negli anni dell'Università è stato presidente nazionale della Fuci. Tra i fondatori dei Cristiano sociali, ha fatto parte con Walter Veltroni della Segreteria dei Ds. E' stato uno dei 12 saggi che hanno redatto il Manifesto per il Pd. E' stato eletto alla Costituente nel collegio di Lavis nella lista Democratici con Veltroni.

ROSA VILLECCO CALIPARI - Nata a Cosenza nel 1958 è senatrice dei Ds eletta nel 2006 e componente della 4° Commissione permanente (Difesa) e della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia. E' membro della Delegazione italiana presso l'Assemblea dell'Osce.

Entreranno a far parte dell'esecutivo anche i capigruppo dell'Ulivo di Camera e Senato e il vice segretario Dario Franceschini.
(da www.lanuovastagione.it)

Nominato l'Esecutivo del Pd, forza nuova e riformista

Più donne che uomini, con personalità provenienti anche dall'associazionismo e dall'imprenditoriaNel pomeriggio di domenica 4 novembre il segretario del Pd Walter Veltroni, ha nominato l'Esecutivo del Partito Democratico.L'esecutivo, composto in applicazione della delega concessagli dall'assemblea Costituente, ai sensi del punto 5 del dispositivo finale e al fine di garantire la gestione collegiale del partito, è composto da 17 persone e per la prima volta le donne sono di più (9 donne e 8 uomini). La squadra che affiancherà il neosegretario Walter Veltroni è composta da: Goffredo Bettini, Andrea Causin, Vincenzo Cerami, Roberto Della Seta, Emanuela Giangrandi, Maria Grazia Guida, Maria Paola Merloni, Federica Mogherini, Alessia Mosca, Andrea Orlando, Annamaria Parente, Laura Pennacchi, Roberta Pinotti, Lapo Pistelli, Ermete Realacci, Giorgio Tonini, Rosa Villecco Calipari.Dell'esecutivo faranno parte anche il vice-segretario Dario Franceschini, il presidente del gruppo al Senato, Anna Finocchiaro, e quello della Camera, che sarà nominato dopo le dimissioni di Franceschini."Con la nomina dell'Esecutivo - ha detto Veltroni - inizia il cammino di una compagine di donne e uomini innovativa, fresca, aperta, autorevole che avrà il compito di interpretare al meglio la grande forza riformista che il Partito democratico vuole e deve rappresentare. Per la prima volta nella storia della politica italiana, le donne sono presenti in un organismo dirigente in numero superiore a quello degli uomini. Con questa decisione non solo rispettiamo quanto previsto da una innovativa norma del regolamento delle Primarie, che prevedeva la piena parità tra i generi nella Costituente e nelle liste, ma con una scelta particolarmente significativa diamo vita ad un esecutivo in cui la presenza femminile e' maggiore di quella maschile".Veltroni ha sottolinenato anche "i diversi percorsi politici e culturali delle persone nominate. C'è chi ha svolto recentemente significative esperienze politiche o parlamentari, ma ci sono anche esponenti di mondi che fanno riferimento all'associazionismo, come Andrea Causin, al volontariato, come Maria Grazia Guida, al sindacato, come Annamaria Parente, all'imprenditoria, come Maria Paola Merloni, alla ricerca, come Alessia Mosca dell'Arel, donne che hanno un'esperienza di battaglie civili, come Rosa Calipari. C'è poi uno dei più autorevoli esponenti della cultura italiana, Vincenzo Cerami, che voglio personalmente ringraziare per aver accettato questo incarico. E c'è la sensibilità di persone come il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, a cui ho chiesto di portare dentro il partito, insieme con Ermete Realacci, il bagaglio della sua importante esperienza ambientalista"Così l'esecutivo per il segretario è "la giusta sintesi tra l'esperienza necessaria per chi si appresta ad un cammino così impegnativo e il coraggio e la forza del cambiamento delle generazioni più giovani. Sono certo che queste donne e questi uomini, queste ragazze e questi ragazzi rappresenteranno al meglio quell'ambizione e quella speranza che tre milioni e cinque centomila persone ci hanno affidato con la straordinaria giornata del 14 ottobre".
(da www.lanuovastagione.it
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venerdì 2 novembre 2007

Diario di un Costituente

Sabato 27 ottobre 2007, ore 5:35. Quando mettiamo piede sul pulmino che ci condurrà a Milano comincia ufficialmente la Grande Avventura. Sei delegati dell’Empolese-Valdelsa più un ospite, in verità tutti molto arzilli per la prima mezz’ora di viaggio, crollano in un sonno meditativo, ristoratore o comatoso a seconda dei pensieri, delle ore di riposo arretrato o dello stato fisico di ciascuno. La resurrezione collettiva avviene verso le 8:30, quando l’autista si ferma in un’area di servizio per fare rifornimento; noi non volendo essere da meno ne approfittiamo per rifornirci di pasta & cappuccino. E’ in questa area di servizio prima di Piacenza che cogliamo una prima sensazione di quello che ci attende. Almeno in tre abbiamo la percezione di far colazione insieme ad altri delegati, vediamo persone vestite di tutto punto, sentiamo accenti non autoctoni, annusiamo nell’aria una certa frenesia poco consona all’orario. Tutte fisime mentali molto probabilmente, ma ciononostante ce ne andiamo via con ancora in bocca il dolce sapore di una felice intuizione dettata dal nostro sesto senso.
Arriviamo a Milano alle 10, in perfetto orario. Davanti all’ingresso troviamo subito un “comitato di benvenuto”. Un presidio dei precari della sanità sta manifestando la propria condizione di… precari, con tanto di camici bianchi, ambulanze e vari striscioni tra cui uno: “Vorresti una sanità precaria?” Anche loro, senz’altro più di noi, attendono delle risposte. Ci accodiamo al fiume di gente che entra nella cittadella fieristica, pare di essere in fila per un concerto, solo che questa volta possiamo dire di voler andare a sentire proprio una musica diversa! Diligentemente ci mettiamo in coda per ottenere il tanto agognato pass, che spetta ai padri (e madri) costituenti. Ad alcuni (me compreso) viene consegnato un questionario predisposto dall’Università di Milano, con tutta una serie di domande volte a capire l’identikit ed il pensiero del costituente tipo.
Entrando nel Padiglione 16 mi rendo conto che 2.853 delegati sono davvero tanti! I posti a sedere sono quasi tutti presi, a fatica riusciamo a sistemarci su una gradinata laterale, in realtà predisposta per gli ospiti. Ospiti che scopriremo in seguito essere ben più di duemila, raddoppiando di fatto la popolazione del padiglione, con conseguente scarsità di spazio. In tanti, in effetti, non hanno saputo resistere al fascino dell’evento, hanno voluto esser presenti anche semplicemente per poter un giorno dire: “Io c’ero”.
Alle 10:45 attacca la musica. “Under pressure” dei Queen. Sotto pressione è un’espressione calzante. I leader del PD sanno che tutti i presenti in sala, ma in realtà anche i numerosi osservatori da casa (diretta su internet) si aspettano molto dal nuovo partito ed in particolare dai lavori di questa prima giornata, e sanno di non poter deludere tali speranze.
Alle 11 cade (letteralmente!) il sipario, e vediamo finalmente il palco. Scenografia techno ed un simil-prato verde sono il frutto del progetto dell’Arch. Fuksas. Anna Finocchiaro presiede l’Assemblea, e chiama a parlare il Presidente Romano Prodi.
“Democratiche, democratici”. Questo è l’esordio, accolto da un primo scroscio di applausi. Per quanto mi riguarda, abituato al “Compagne e compagni” con tutto il suo profondo significato, avverto un po’ di nostalgia per quest’inizio differente. Sensazione che tuttavia si è trasformata in entusiasmo, per ciò che la nuova espressione di saluto sta aprendo, quella nuova stagione della politica tanto aspettata ed ora a portata di mano. Il discorso di Romanone Prodi dura un’oretta, inizia ripercorrendo le tappe della genesi del PD e arriva ben presto ad uno dei capisaldi che dovrà caratterizzare il PD stesso: l’unità. Parola semplice e principio sacrosanto, che tuttavia non è stato tenuto molto in considerazione dalla politica negli ultimi anni. Unità anche tra le diverse culture politiche del ‘900 che si ritroveranno nel PD: il nuovo partito non pretenderà la cancellazione del passato, bensì la sintesi di ciò che ciascuno ha vissuto. Altro caposaldo sarà la trasparenza, in particolar modo nella partecipazione alle decisioni.
Continuando nell’esprimere i vari punti rappresentativi di quel progetto ulivista che si chiamava “l’Italia che vogliamo”, e che ancora oggi è in itinere, si compie una sorta di passaggio di consegne a Walter Veltroni, nominato segretario dallo stesso Prodi alla fine del suo discorso. Ennesimo lungo applauso quando la Finocchiaro chiama il segretario sul palco.
La musica riprende, le note questa volta sono di una canzone di Jovanotti, “Mi fido di te”. Giusto il tempo di un abbraccio, di un saluto, delle foto di rito, e l’Assemblea si fa nuovamente muta, desiderosa di ascoltare il primo discorso del primo segretario del PD. L’emozione di Walter, che non dubito ci sia stata, sparisce subito: più che un discorso inizia un ragionamento a mente aperta, coinvolgente, spontaneo e profondo. Nessun foglio, nessun “gobbo”, nessun appunto, per un’ora Veltroni parla del nuovo partito facendo veramente ascoltare una musica nuova.
Parla di discontinuità nel modo di fare politica, proprio partendo da una discontinuità sull’organizzazione stessa del partito. No al tradizionale partito di iscritti, sì al nuovo protagonista che sarà il cittadino elettore-attivo, perché la partecipazione viene prima dell’appartenenza.
Parla di un partito più a rete che a piramide, e ribadisce la centralità delle primarie. Prosegue parlando di innovazione, sia programmatica che istituzionale e politica. Con un’innata capacità riesce a trattare tutti i fondamentali aspetti della vita di una comunità: lavoro e precarietà, patto generazionale, tutela ambientale, crescita economica indissolubilmente legata all’equità sociale, sicurezza, pace.
Parla in maniera semplice, come semplice dev’essere la politica che serve ai cittadini, che ascolta le loro esigenze e che riesce a decidere per dare risposte concrete. E via, allora, a parlare di legge elettorale, dettando principi chiari, anche qui semplici: superare la frammentazione, dare stabilità, garantire l’alternanza. Un passaggio importante, al tempo stesso di apertura, di unità e di novità, lo colgo nelle parole che tendono la mano verso le forze di quella sinistra democratica che per molto tempo ha condiviso finalità ed obiettivi dell’ulivo. Si può, anzi si deve, avviare un confronto con lo scopo di riprendere da dove ci si è lasciati poco tempo fa.
Il discorso termina alle 13:05, in perfetto orario per un collegamento con i Tg. E come al Lingotto di Torino si conclude con una lettera. A scriverla è un giovane imprenditore di Bologna, il cui contenuto si può sintetizzare con un concetto che chiude degnamente l’intervento di Veltroni: far sentire ogni italiano al centro di qualcosa di importante.
Ciò che è successo dopo è stato il giusto contorno ad una giornata storica, perfetta quasi in ogni suo punto. Dopo una breve spiegazione dei risultati di un’indagine sulle potenzialità del PD in termini di consensi, inizia la serie dei 15 interventi “dal basso”. Otto minuti ciascuno dove volti noti e meno noti cercano di dare una propria visione particolare, chi sul PD, chi su questioni specifiche, chi su esperienze personali. Da segnalare, sia per l’attenzione ricevuta, che soprattutto per le importanti parole spese sul fronte del rispetto della legalità, l’intervento di Maria Falcone.
Alle 16 Walter Veltroni riprende la parola per le conclusioni della giornata, sottolineando la vocazione maggioritaria del PD: basta con alleanze instabili, o viene condiviso fino in fondo un programma tra forze politiche omogenee, o il partito democratico correrà da solo.
Gli applausi non sono ancora terminati quando Walter comincia a leggere il Dispositivo da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea. Da lì iniziano i dieci minuti bui della giornata, visto che viene chiesto di approvare (per alzata di mano, pardon, di delega!) le disposizioni e i nomi dei componenti delle tre Commissioni senza aver avuto neppure la possibilità di leggere prima alcunché. Questa chiusura piuttosto autoritaria ha un po’ sciupato l’atmosfera positiva che si era venuta a creare lungo tutto l’arco della giornata. L’incrinatura maggiore c’è stata al momento della lettura dei nomi dei componenti delle tre Commissioni. L’ordine alfabetico ha giocato un brutto scherzo quando dal nome di Ottaviano Del Turco si è passati a quello di Ciriaco De Mita: gli iniziali fischi si sono trasformati in un vero e proprio boato di contestazione che ha costretto la Finocchiaro a richiamare all’ordine!
Col senno di poi appare chiaro che non è che vi fossero molti altri modi per approvare quelle norme transitorie che dovranno fissare lo scadenziario per la costituzione del PD. Era francamente impensabile dar voce e far votare tutti i 2.853 delegati. Magari sarebbe bastata una forma diversa di comunicazione, per non far sentire gli eletti come fossero lì solo per una gita.
Durante il viaggio verso casa mi sono ritornati a mente parecchi flash. L’unico negativo non ha compromesso i moltissimi positivi. La sensazione è quella di aver partecipato ad un evento che verrà ricordato in futuro, e per il bene di noi tutti speriamo possa essere un bel ricordo!
“Under pressure”. Le note della canzone dei Queen mi fanno eco nella testa, procurandomi un sorrisetto compiaciuto. Ad essere sotto pressione, ora, è qualcun altro, visto che il popolo del PD adesso esiste e marcia unito, spinto da un forte vento di novità che dalle parti di Arcore sta già scoperchiando i tetti.

Alessio