Silvia Melani ha 42 anni, è nata a Pistoia, è segretaria della Margherita di Fucecchio dal 2003 e di professione è commercialista.
Ache età hai iniziato a fare politica e che cosa ti ha spinto a farla?
Il mio interesse per la politica nasce intorno ai vent’anni ed è maturato negli ambienti cattolici che da sempre frequento con lo studio della dottrina sociale della chiesa e quindi delle ragioni dell’impegno politico dei cattolici quale espressione di servizio verso il prossimo.
Qual è stato il tuo primo partito e perché lo hai scelto?
Il passo dallo studio all’azione è avvenuto con l’adesione alla Democrazia Cristiana poco prima del suo scioglimento, fondamentale perché lì ho imparato a ascoltare e interpretare le attese della comunità nella dimensione propria di un partito politico e quindi a elaborare proposte per la politica e le istituzioni.
Come è cambiata la politica?
La politica è governo della cosa pubblica ed è concetto immutato dall’epoca greco romana. Sono mutati ovviamente i partiti, non più identitari e fortemente strutturati, come i grandi partiti italiani del secolo scorso, la partecipazione e il valore che le attribuiscono i cittadini.
Come hai vissuto questa fase costituente?
La fase costituente del Partito Democratico è un’esperienza densa di novità e quindi la vivo con molto interesse e aspettative, perché stiamo costruendo un nuovo partito con nuovi compagni di viaggio che non sono solo i Democratici di Sinistra ma anche i molti che si avvicinano da strade inedite come le elezioni primarie di ottobre.
Che cosa hai pensato la prima volta riguardo alla possibilità di un partito unico tra DS e Margherita?
Non ho vissuto favorevolmente le prime discussioni sull’unire i due partiti perché pensavo che non fosse né facile né utile a creare quel valore aggiunto che era indispensabile all’Italia. Solo quando si è finalmente iniziato a parlare di un nuovo soggetto e a cosa doveva servire, allora ho pensato che poteva rappresentare un bene per il paese.
Qual’è stata, secondo te, l’esigenza di aver costruito il PD?
DS e Margherita erano le migliori voci delle riforme e provenivano dalle grandi culture socialista e cattolico democratica, che hanno assicurato democrazia e sviluppo all’Italia conducendola al terzo millennio. Vi è stato il repentino passaggio alla c.d. seconda repubblica ed è nata l’esperienza dell’Ulivo come alleanza elettorale conseguente al nuovo sistema maggioritario. Ha convinto subito partiti ed elettori che hanno capito che non bastava più né allearsi né unirsi ma costruire una nuova casa politica.
Che cosa significa passare da Margherita a PD per te?
Il “passaggio” per me vuol dire metter in campo nella nuova casa e condividere con i nuovi abitanti la cultura politica e l’esperienza istituzionale fin qui maturata per valorizzarle e costruire insieme il futuro.
Che cosa ti differenzia da un componente dei DS?
Nell’esperienza straordinaria dell’Ulivo, che ha consentito a DS e Margherita di governare insieme in ogni parte del paese, ho sempre trovato comuni vedute sui grandi temi dell’agenda politica, linfa vitale per la costruzione del PD, con l’eccezione di certi temi etici in quanto ognuno ha sensibilità diverse che deve assolutamente poter esprimere.
Quali i punti in comune su cui costruire il PD?
I punti in comune per costruire il PD sono i valori comuni, che mi paiono utili anche per darne una personale e sintetica descrizione “alfabetica”.
Durante la fase costituente del Partito Democratico abbiamo creato "l’Alfabeto del PD di Fucecchio". Quali dovranno essere, secondo te, le parole chiavi del nuovo partito?
Centralità e dignità della persona, famiglia, libertà nutrita di diritti e doveri, laicità dello Stato, europeismo, solidarietà, sussidiarietà, sviluppo sostenibile.
Perché Veltroni?
E’ stata intelligenza politica aver proposto Walter Veltroni come segretario del PD e sono contenta di averlo sostenuto perché la sua è la storia di un leader nazionale appassionato della politica che inizia a dalla sua città, credibile perché ascolta e fa quello che ha detto di fare, affronta temi come la lotta alla disuguaglianza non limitandosi a visitare con telecamera al seguito bambini africani o ragazze romane vittime di fame e violenza. Quando ha accettato di candidarsi alla guida del PD ha esposto un chiaro programma per costruire il futuro partendo dalla valorizzazione delle varie culture politiche in modo che ognuno potesse riconoscersi.
“Vecchie” alleanze, “alleanze di nuovo conio” o “mani libere” per il PD?
Ritengo che gli incontri di Veltroni con il centrodestra siano la realizzazione del percorso annunciato a Torino quando si è proposto alla guida del PD: servono le riforme, sono regole di tutti e si deve cercare di scriverle insieme, poi ognuno governa come vuole e con chi vuole quando e se trova le intese necessarie.
Festa de l’Unità o Festa Democratica?
Importante è il contenuto della festa e penso che potrebbe chiamarsi festa dell’unità democratica in omaggio al suo forte radicamento nel territorio e a chi l’ha fatta crescere.
Che cosa cambia a Fucecchio con il PD?
La costituzione del PD a Fucecchio serve a consolidare l’esperienza del centrosinistra locale che è tra le più giovani e apre le porte a tanti cittadini che non avevo visto prima impegnarsi in politica.
Il 25 e il 26 gennaio 2008 verrà eletto il segretario comunale del PD di Fucecchio. Ti candiderai? Pensi sia giusto lasciare spazio a facce giovani?
Credo che , come per le primarie di ottobre, una pluralità di candidature sia importantissima perché è segno di passione e partecipazione, così come auspico l’impegno di giovani e donne come sto facendo io. Dico altrettanto chiaramente che non condivido l’equivalenza giovane uguale nuovo: Walter Veltroni segretario del PD dimostra che la novità non è la faccia nuova o essere lontani dalla mezza età ma è essere credibili per quello che si vuol fare e apprezzati per quello che si è fatto.
Personalmente non mi candiderò a dicembre alla guida del PD di Fucecchio perché sto svolgendo l’importante ruolo di vicesindaco che mi prende tempo e cuore e mi pare serio dedicarmi a quest’esperienza, che metto a disposizione del mio nuovo partito, al quale lavoro per costruire la Fucecchio di domani.
Per finire, che cosa pensi di Paolo Sordi?
Il lungo periodo di conoscenza di Paolo Sordi, ben prima che divenisse segretario dei DS, mi consente di definirlo con consapevolezza una persona onesta che non si risparmia per ciò in cui crede.
Un difetto?
Il difetto che gli attribuisco benevolmente è di non avere pazienza necessaria a trovare nell’immediato soluzioni condivise ma debbo dire che dopo, con intelligenza, se ne accorge.
giovedì 20 dicembre 2007
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